lunedì 9 luglio 2012

Giorni e nuvole #8

Teresa. Le vacanze

«Tu dove vai quest’estate?»
Ah, l’odiata domanda.
Sento il rumore della bici rottame di Paolo dietro di me. Sento che accelera, cercando di raggiungermi. Sento i suoi occhi insistenti sulla schiena; so dove vuole arrivare.
Mi lascio affiancare, sorrido e prendo tempo: «Sei il quarantasettesimo che me lo chiede stasera!»
«E tu cos’hai risposto, a tutti e quarantasette?»
«Che non lo so.»

I suoi occhi ridono. Mamma, se è bello. E gentile, anche. Ci siamo incontrati per caso, al termine dell’ultimo venerdì di luglio in Colonne. L’ultimo venerdì prima che la città si svuoti. Gli esami sono finiti, di giorno fa troppo caldo per uscire, di sera la gente ha voglia di stare fuori. Ho fatto tardi senza pensarci; ho salutato seimila persone, ma sinceramente non pensavo di trovare lui.
Ha perfino insistito per accompagnarmi a casa.
Torniamo insieme, mi ha detto, è troppo tardi per farti andare da sola… Come se non sapessi che lo fa per provarci.
«Tu dove vai, invece?»
«Salento. Ma devo ancora capire con chi…»
Ti prego, non essere così patetico.
Resto zitta, guardo la strada buia. Tra un’ora sarà già giorno.
«Avevo chiesto ad Adele, ma va in Brasile due mesi...»
«E ti pareva…»
«Va be’, meglio una iperattiva come lei di quelle fighette che si fanno due settimane in albergo a pensione completa.»
«Lascia stare.»
Mi guarda interrogativo.
«Ho appena scoperto che due mie amiche fanno esattamente questa vacanza.»
«Ma va’! Ma quanti anni hanno?»
«Boh, la tua età. Magari le conosci anche. Si chiamano Marta e Laura. Marta è fidanzata con un certo Mauro…»
«Ma chi, Mauro Frani?»
«Sì, sai chi è?»
«Siamo in squadra insieme. Ma sta ancora con la stessa? Voleva lasciarla mesi fa! Da quando ha perso il lavoro deve vederla tutti i giorni e si lamenta; a quanto pare lei parla solo di vestiti.»
«Be’, quanto a stranezza, non scherza nemmeno lui. La disoccupazione gli ha fatto uno strano effetto: pare che si sia messo a fare l'investigatore.»
Mi sorride senza dire niente, mi guarda insistente come se il discorso non gli interessasse affatto. Mi chiedo se si renda conto di mettermi in imbarazzo.
Continuo a parlare: «Comunque anche secondo me dovrebbero lasciarsi. E invece se ne vanno a questa vacanzina in villaggio insieme alla coppia più vecchia del mondo.»
«Che invidia.»
«A me fanno rabbia. Dicono tanto che non hanno soldi, e poi vanno a spendere migliaia di euro per l’animazione.»
Lui ride. Bello è bello, per carità. Ma cosa ci faccio io con questo, l’ultimo venerdì di luglio? Non si comincia una storia all’inizio dell’estate, lo dicono tutti i telefilm.
La circonvallazione scorre veloce, devo decidere cosa fare prima di arrivare a casa.
«E così le amiche ti hanno abbandonato…»
Ma cosa fa, ci riprova? Non mi piace la gente che insiste. Va bene valutare l’ipotesi, va bene anche immaginare una storia estiva, ma per le vacanze insieme mi sembra davvero presto.
E poi, quest’estate la voglio passare da sola.
«Hai chiesto a Luca se viene con te? O a qualcuno della squadra…»
«Luca da quando lavora a tempo pieno non lo si vede più.»
«Peccato…»
«Quando non hanno il lavoro, si sentono inutili e vengono a piangere dagli amici; poi però, appena trovano un posto, ti mollano.»
«Non son mica tutti fortunati come te, che lavori di notte!»
«Non scherzare, io mi faccio un culo così.»
«Sì, vabbè. Ma tua sorella?»
«Cosa?»
«Ci viene in vacanza con te?»
«Mia sorella è entrata nel circolo delle coppie! Ha riscoperto il nostro vicino di casa. Che tra l’altro fa parte del club: “non ho un lavoro e mi lamento”…»
«Be’, non ti va proprio bene niente stasera!»
«Mi vai bene tu.»
«Ma ti sembra una cosa da dire? »
Paolo ride, io non so cosa fare.
«Forse sono un po’ ubriaco.»
«Già.»
Un vecchio in canottiera ci guarda dal balcone. Chissà cosa pensa di noi.
Fermiamo le bici. Siamo a casa.
Decido di non essere ambigua.
Lo guardo seria: «Paolo io vado.»
Lui sorride, con gli occhi mi chiede di ripensarci: «Non mi hai ancora detto se parti.»
«Mi sa che vado in Portogallo. Mia zia mi lascia la sua casa a Oporto per agosto.  – breve pausa – In fondo, questa è la mia ultima estate come si deve...»
Non so perché, ma sembra che mi stia giustificando.
Ma giustificando per cosa? Per voler stare via un mese, prima di diventare paranoica come le mie amiche, ossessionata dalla disoccupazione, che a ottobre inghiottirà anche me?
O forse per non voler iniziare una storia con Paolo? Non riuscirei a non coinvolgermi, e, con quella faccia, non ci riuscirebbe nemmeno lui. Ma non sarebbe la cosa giusta, anche se so che l’occasione non si ripresenterà: questa è la mia ultima estate, voglio partire leggera.
Mi dà un bacio.
«Allora ci vediamo a settembre, no?»
Non credo proprio, ma dirglielo mi sembra indelicato. Così resto zitta, ricambio il bacio.
Poi lego la bici ed entro in casa.

A settembre mi laureo, poi vedremo.

8 commenti:

  1. Ho letto il tuo racconto, la tua lettrice fan lo ha trovato molto bello, ma non possono finire qui questi racconti!!! Come facciamo noi che li leggiamo? Un bacio, Lucia

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  2. Oh grazie!
    Be', diciamo che per ora è una pausa estiva... Anche i poveri disoccupati vanno in vacanza no???
    E poi a settembre vedremo!

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  3. Ma come? Non puoi interrompere. I racconti del lunedì ormai sono un must. Li aspetto con tanta trepidazione da collegarmi addirttura col cellulare per vedere se sono già pubblicati. Come farò senza per tutta l'estate?

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  4. Ahahah grazie mille Anna! Mi dai molta soddisfazione :)
    Spero che le proposte estive di Nefelomanzia non ti deluderanno... Altrimenti a settembre prometto che mi inventerò qualcosa!

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  5. Ma quanto è puntiglioso, Mr. Fifteen! Vedremo di venirle incontro, magari gli ultimi due arriveranno a settembre... :)

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  6. Oggi è lunedì. Siamo in settembre. Dov'è il mio racconto????

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  7. Oh Anna lascia stare... se le mie avventure (non) lavorative continuano così, sarò costretta a pubblicare racconti per l'eternità!

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