lunedì 23 maggio 2016

Class: Recensione #73



Class di Francesco Pacifico è un libro che per molti aspetti mi ha fatto sentire a casa. Nelle sue frasi sentenziose e raffinate, in cui ogni più piccolo dettaglio descrittivo viene assurto a giudizio morale, ho ritrovato con piacere l’autore di quei cinici quanto gustosi articoli su IL che qualche anno fa allietavano i pomeriggi di noia nel mio vecchio ufficio, e che mi hanno fatto scoprire l’affascinante manipolo di scrittori che ruota intorno a Minimum Fax.

Ma non solo. La critica alle velleità artistiche dei rampolli della borghesia romana (che poi forse sono le stesse di quella milanese, con le dovute variazioni sul tema) è argomento ormai talmente frequentato da non creare disagio neanche in chi – come la sottoscritta – dovrebbe probabilmente esserne il bersaglio. Class è così ben inserito nel sistema che pretende di distruggere, che i suoi utenti principali sono anche le sue vittime; le quali però lo leggono per farsi due risate, e ritrovare il ritratto piacevole di qualcosa che conoscono. Qualcosa che – per l’appunto – in qualche modo le fa sentire a casa.

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