venerdì 29 luglio 2016

Le indagini di Cormoran Strike: Recensione #75

Il richiamo del cuculo, Il baco da seta, La via del male: letture da vacanza

Finalmente quest’estate ho conosciuto J.K. Rowling. Probabilmente il destino di questo blog è quello di costringermi a tirar fuori tutte le mie mancanze letterarie, e oggi a quanto pare è arrivato di confessare che non ho mai letto i romanzi di Harry Potter. Quando sono usciti, li leggevano i miei fratelli e io di conseguenza li snobbavo. Poi sono venuti i film e me li sono rovinati… ora aspetto che Michelino cresca un po’ per riprovarci. Anche perché la loro autrice mi ha davvero conquistato!

Ma andiamo con ordine. I romanzi di Cormoran Strike (ormai sono una vera e propria saga) sono firmati da Robert Galbraith, pseudonimo che l’autrice inglese ha adottato per “puro piacere di ottenere un feedback con un nome diverso”, oltre che per liberarsi almeno in parte delle aspettative che dei nuovi libri con il suo nome avrebbero generato. In effetti, nelle pagine dei ringraziamenti di Il baco da seta e La via del male, la Rowling definisce questi romanzi “il suo parco personale giochi” e di “pura gioia” della scrittura.
Non male, come parco giochi. Forse un po’ macabro, ma davvero entusiasmante. 

Il disegno viene da qui
La serie per ora è composta da tre romanzi – ll richiamo del cuculo, Il baco da seta e La via del male – che hanno come protagonista il burbero investigatore Cormoran Strike. Un tipo affascinante, nonostante l’aspetto minaccioso e la gamba amputata. E le disavventure finanziarie e sentimentali. Insomma, l’ennesima piacevole variazione sul tema del detective solitario e geniale che tanto va di moda ultimamente. 
Nei romanzi firmati Galbraith, però, oltre all’indubbia riuscita del personaggio principale, c’è dell’altro. Innanzitutto, c’è Robin. Assistente di Cormoran, aspirante investigatrice, bella e determinata, e con un passato tormentato quasi quanto quello del suo capo. Robin argina la personalità di Strike, ne smussa gli angoli più acuminati, e si aggiudica buona parte della simpatia del lettore. Insomma, gli ruba almeno in parte la scena, rendendolo meno macchietta e più umano, più credibile. 
E poi – o forse dovrei dire soprattutto – con il procedere della saga, questi personaggi evolvono. Cambiano i casi che devono risolvere, sempre più sanguinosi e coinvolgenti anche sul piano personale, cambia la loro condizione economica e sociale, cambiano le loro situazioni sentimentali e la relazione tra di loro. In una parola, Strike e Robin crescono. 
Insomma, le avventure di Cormoran Strike superano di gran lunga lo stereotipo di cui sono figlie, e regalano al lettore un intrattenimento che va ben oltre la serialità. 

Sorge ovviamente spontanea la domanda: chissà se è lo stesso anche in Harry Potter? Non vedo l’ora di scoprirlo!