sabato 7 settembre 2013

Film #13: Monster University

Monster University è il simpatico prequel del geniale Monster & Co.

In questo capitolo della saga si racconta la turbolenta carriera universitaria di Michael Wazowsky e James P. Sullivan, i protagonisti del precedente cartone.

Il primo pensiero che mi è venuto in mente dopo aver guardato MU è una considerazione generale sul cinema di animazione degli ultimi tempi. Se fino alla fine degli anni ’90 i cartoni erano per bambini, ma talmente belli da essere apprezzati anche dagli adulti, da dieci anni a questa parte i film d’animazione sono diventati, pur rimanendo un grande divertimento per i più piccoli, un prodotto che solo i più grandi possono apprezzare completamente. Mentre infatti nei cartoni classici la vena comica era affidata a personaggi secondari e dalla comicità grezza (Timon e Pumba, il genio di Aladin, Lady Cocca); in MU il comico si basa sulla parodia della vita reale.  Questo aspetto diventa il cardine intorno al quale ruota l’intero film. Il cartone si basa quindi su questa particolare forma di ironia, molto apprezzata dai grandi, ma che i bambini non possono comprendere pienamente.
Ribadisco: questo lungo discorso non è una critica particolare ma una considerazione generale. MU piacerà comunque ai più piccoli perché i personaggi, pur essendo mostri, risultano istintivamente simpatici.

A freddo l’aspetto che più mi ha colpito del film è il messaggio. Viviamo in un periodo in cui il fallimento non è contemplato, l’uguaglianza e la parità dei diritti sono idolatrate e temute come divinità vendicative. In questo contesto sociale MU costituisce un deciso punto di rottura. Narra infatti del fallimento di Wazowsky, simpatico mostro che vuole a tutti i costi diventare uno Spaventatore, pur non essendo per nulla spaventoso. Wazowsky è animato dal desiderio di sconfiggere il pregiudizio che lo circonda e dalla certezza di poter coronare il suo sogno superando le proprie debolezze. Tutto questo però si rivela insufficiente: le sue limitazioni fisiche risultano più forti della sua volontà. Non ci resta che ammirare un uomo, scusate un mostro, che ha lottato con tutte le sue forze e che non si è fatto abbattere dal fallimento. 

L’insuccesso e la raggiunta consapevolezza dei propri limiti diventano infatti le chiavi che gli aprono la porta della maturazione, rendendo Wazowsky adulto e utile alla società.
Quindi in un contesto in cui tutti sono considerati uguali, tutti hanno gli stessi diritti, tutti si devono uniformare e l’uomo vuole dominare la sua natura, MU ci ricorda con garbo che siamo tutti diversi, che ognuno ha le sue debolezze e deve vivere consapevole dei propri limiti, in armonia con la propria natura.

P.S. Io non rivelo mai il finale dei film che recensisco e questo mio ultimo scritto non fa eccezione. Il fallimento di Wazowsky è già noto a tutti quelli che hanno visto Monster & Co.