Seconda possibilità
a Lucarelli
Ho mantenuto la promessa. Ho approfondito la
conoscenza con Lucarelli. Devo dire che sono piuttosto fiera di me, perché, per
una volta, ho cercato di essere vagamente accurata: sono andata a cercare le
puntate dei suoi show in streaming, ho guardato il suo sito, ho letto Almost Blue, il suo libro più noto, e ho
visto il film che ne è stato tratto.
Ora è tempo di tirare qualche somma.
Sia dalle trasmissioni che dal libro, direi che è
si vede chiaramente che Lucarelli è uno che sa raccontare. Sa costruire un’aspettativa,
creare un’atmosfera. Non sono cose da poco.
Nel romanzo, in particolare, alcuni aspetti sono
davvero interessanti.
Per esempio, la narrazione di molte scene dal
punto di vista di un cieco: il giovane Simone, che non ha idea della forma degli
oggetti e dei volti, prende in prestito i colori per dare un nome ai suoni che
entrano nella sua oscurità. Il risultato è originale e anche molto accurato. Sorprendenti soprattutto le descrizioni della musica. Viene da chiedersi come faccia un vedente a immedesimarsi così profondamente
nella percezione di un non vedente. Tra l’altro, devo dire che questa
attenzione alla dimensione uditiva era presente anche in Il lato sinistro del cuore, e già lì mi aveva colpito. Dev’essere una
specie di punto forte dell’autore.
In generale, l’attenzione ai dettagli, e la
descrizione acuta e immediata delle situazioni rendono efficacemente l’atmosfera
noir della Bologna dei fuori sede; una Bologna di vicoli e subaffitti, feste
clandestine e misteri ignorati. E la frustrazione del cocciuto ispettore Grazia
Negro, abbandonata dal suo vanesio superiore a sbrogliare l’intricato caso dell’Iguana,
mostruoso serial killer di studenti, che opera protetto dal tessuto indifferente
della città.
La trama è accattivante, sembra un congegno
perfetto di cui non puoi perderti una virgola; al Club di Lettura non riuscivamo
a staccarci dalle pagine, continuavamo a formulare ipotesi su come si sarebbe
potuto risolvere il mistero.
Insomma tutto funziona perfettamente. Fino alle
ultime trenta pagine.
Ovviamente commentare il finale di un libro come questo sarebbe una
crudeltà, e me la risparmio.
Basti dire però che, a detta di tutti i membri del
Club, Almost Blue “non sarà certo ricordato
per il finale”. Ma non riuscire a soddisfare le aspettative che si sono create
a me sembra un limite abbastanza grosso, soprattutto in un giallo.
Devo dirlo, non so se darò a Lucarelli una terza
occasione di conquistarmi.
Un’ultima parola sui discutibili tentativi di
stupire di Alex Infascelli nella versione cinematografica (che tra l’altro gli
hanno fruttato niente meno che un Ciack d’Oro, un David di Donatello e un Nastro d’Argento). Oltre a
uno smaccato desiderio di impressionare lo spettatore, devo dire che non ho visto molto. Attori mediocri,
sceneggiatura debole… Senza aver letto il libro, credo che della trama avrei
capito poco o niente.
Insomma, anche stavolta, è il caso di dire: “meglio
il libro”.
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