Consigli di lettura per l'estate
Una delle cose che mi rilassa di più in vacanza è
non portarmi niente da leggere. Mi piace partire senza libri in valigia,
entrare in quelle librerie-edicole delle località balneari, piene di volumi
economici a copertina morbida, e lasciarmi ispirare dal momento.
La verità è che raramente mi permetto di comprare
a caso: la lista delle cose che vorrei/dovrei o mi hanno consigliato è talmente
lunga da farmi dimenticare quasi del tutto il gusto di scegliere il prossimo
libro.
Ma non sono qui per parlare del mio perverso senso
del dovere.
Piuttosto, della sensazione impagabile di comprare
un libro perché ti piace la copertina.
In effetti, devo dire che ho sviluppato dei
criteri abbastanza precisi per la scelta dei miei libri marittimi:
- Prima regola, il libro deve essere poco
impegnativo. Siamo pur sempre in vacanza, no? Non è il caso di scoppiare a
piangere in spiaggia, i vicini di ombrellone non capirebbero.
- Regola numero due: scegli un libro corto. Metti
che non ti piace, non vale la pena di passare una settimana agonizzando tra le
pagine di un mattone noiosissimo. E a nessuno piace lasciare un libro a metà.
- Regola numero tre: scegli un libro che ti
incuriosisce. Un libro di cui hai sentito parlare una volta, da un amico, o al
ristorante, o che hai visto in libreria mesi fa, e poi ti sei dimenticato di
comprare. Questo ti darà la sensazione di starti premiando, e allo stesso tempo di ampliare i tuoi
orizzonti.
- Quarta regola: non scegliere il libro dalla
quarta di copertina. Aprilo, leggine un pezzetto. Vedi se ti piacciono le
frasi. Quel riassuntino striminzito alla fine non basta, e raramente rende
l’idea dello stile.
L’applicazione di queste regole porta a risultati
diversi per ciascuno: a me di solito mette in mano i romanzi brevi di qualche scrittore
italiano emergente. Qualcuno che ha vinto un po’ di tempo fa, e che ha
continuato a scrivere, entrando a far parte della vasta rosa degli autori che
ho sentito nominare ma che non ho mai letto.
Inutile dire che a volte mi va bene e a volte mi
va male.
Stavolta, direi malino.
Ho letto Facebook
in the rain di Paola Mastrocola, che (c.v.d.) nel 2004 ha vinto il premio
Campiello con Una barca nel bosco.
Il libro ha sicuramente diversi pregi: per prima
cosa, una bella copertina colorata. Per seconda, un formato tascabile, pagine
opache e caratteri grandi, che lo rendono perfetto per la lettura in spiaggia.
Anche lo stile è molto gradevole: è un libro che leggi in fretta e bene. I
personaggi sono simpatici, parlano e pensano in modo credibile, con la voce simpatica
e schietta dei borghi del centro Italia.
Il problema è che la trama non fa parte degli
aspetti positivi: l’autrice si sforza di raccontare con leggerezza il dramma di
una vedova che, non sapendo vivere senza suo marito, trova rifugio nel magico
mondo di internet. Però non ci riesce. Al di là delle descrizioni sul
funzionamento di Facebook – che sono francamente godibili – la sua ironia è
stentata, e troppe volte scade in un fastidioso moralismo da professoressa. I
colpi di scena sono assolutamente prevedibili, il finale di pochissima
soddisfazione.
Non male per passare un’oretta al mare, ma
sicuramente in libreria potevo trovare di meglio.
Cadioli docet! questo mondo basato sull'aspetto materiale del testo ci ucciderà!
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