giovedì 12 luglio 2012

Recensione #13: Facebook in the rain

Consigli di lettura per l'estate

Una delle cose che mi rilassa di più in vacanza è non portarmi niente da leggere. Mi piace partire senza libri in valigia, entrare in quelle librerie-edicole delle località balneari, piene di volumi economici a copertina morbida, e lasciarmi ispirare dal momento.
La verità è che raramente mi permetto di comprare a caso: la lista delle cose che vorrei/dovrei o mi hanno consigliato è talmente lunga da farmi dimenticare quasi del tutto il gusto di scegliere il prossimo libro.
Ma non sono qui per parlare del mio perverso senso del dovere.
Piuttosto, della sensazione impagabile di comprare un libro perché ti piace la copertina.
In effetti, devo dire che ho sviluppato dei criteri abbastanza precisi per la scelta dei miei libri marittimi:

- Prima regola, il libro deve essere poco impegnativo. Siamo pur sempre in vacanza, no? Non è il caso di scoppiare a piangere in spiaggia, i vicini di ombrellone non capirebbero.
- Regola numero due: scegli un libro corto. Metti che non ti piace, non vale la pena di passare una settimana agonizzando tra le pagine di un mattone noiosissimo. E a nessuno piace lasciare un libro a metà.
- Regola numero tre: scegli un libro che ti incuriosisce. Un libro di cui hai sentito parlare una volta, da un amico, o al ristorante, o che hai visto in libreria mesi fa, e poi ti sei dimenticato di comprare. Questo ti darà la sensazione di starti premiando,  e allo stesso tempo di ampliare i tuoi orizzonti.
- Quarta regola: non scegliere il libro dalla quarta di copertina. Aprilo, leggine un pezzetto. Vedi se ti piacciono le frasi. Quel riassuntino striminzito alla fine non basta, e raramente rende l’idea dello stile.

L’applicazione di queste regole porta a risultati diversi per ciascuno: a me di solito mette in mano i romanzi brevi di qualche scrittore italiano emergente. Qualcuno che ha vinto un po’ di tempo fa, e che ha continuato a scrivere, entrando a far parte della vasta rosa degli autori che ho sentito nominare ma che non ho mai letto.
Inutile dire che a volte mi va bene e a volte mi va male.
Stavolta, direi malino.

Ho letto Facebook in the rain di Paola Mastrocola, che (c.v.d.) nel 2004 ha vinto il premio Campiello con Una barca nel bosco.
Il libro ha sicuramente diversi pregi: per prima cosa, una bella copertina colorata. Per seconda, un formato tascabile, pagine opache e caratteri grandi, che lo rendono perfetto per la lettura in spiaggia. Anche lo stile è molto gradevole: è un libro che leggi in fretta e bene. I personaggi sono simpatici, parlano e pensano in modo credibile, con la voce simpatica e schietta dei borghi del centro Italia.
Il problema è che la trama non fa parte degli aspetti positivi: l’autrice si sforza di raccontare con leggerezza il dramma di una vedova che, non sapendo vivere senza suo marito, trova rifugio nel magico mondo di internet. Però non ci riesce. Al di là delle descrizioni sul funzionamento di Facebook – che sono francamente godibili – la sua ironia è stentata, e troppe volte scade in un fastidioso moralismo da professoressa. I colpi di scena sono assolutamente prevedibili, il finale di pochissima soddisfazione.
Non male per passare un’oretta al mare, ma sicuramente in libreria potevo trovare di meglio. 

1 commento:

  1. Cadioli docet! questo mondo basato sull'aspetto materiale del testo ci ucciderà!

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