(di Fede - Eupallino)
È sabato pomeriggio,
fuori ci sono mille gradi. È uno di quei sabati in cui non hai voglia di fare
niente che non contempli aria condizionata e divano.
Questo sabato però alle
sei ti stacchi dal tuo fresco rifugio, perché finalmente vai a vedere con la
tua ragazza il museo del fumetto (www.museowow.it).
Se ci non siete mai stati, andateci! Chiunque sia minimamente appassionato alla
materia può trovare tutto quello che cerca, e sicuramente anche di più.
Attualmente lo spazio ospita
una mostra per celebrare il cinquantenario dell’Uomo Ragno.
Sarò sincero: conosco il
mondo Marvel solo attraverso i film; li ho sempre tutti apprezzati molto (ebbene
sì, lo ammetto, mi è piaciuto anche Daredevil, non fatemene una colpa), ma non
ho mai sentito l’esigenza di approfondire le mie conoscenze sul “cartaceo”.
L’Uomo Ragno però è
diverso: dai tempi in cui mio nonno mi regalava la cassetta di “Hanno ucciso
l’Uomo Ragno” degli 883, suo primo e unico regalo, a quelli in cui Kirsten
Dunst baciava Tobey Maguire appeso a testa in giù, l’Uomo Ragno per me è sempre
stato un mito.
Ma veniamo alla visita. Ad accoglierci c’è Bebo, guida di primissima classe, nonché curatore della mostra e collaboratore del museo.
Al pian terreno, Bebo
ci spiega come venivano realizzati i primi cartoni animati, e poi ci introduce
ad una mostra su Aldo Di Gennaro, illustratore e fumettista bravissimo (che
però ritiene di non saper disegnare).
Lungo le scale che
portano al primo piano, incontriamo numerose opere d’arte dedicate al nostro
eroe; tutte molto belle, ma niente in confronto a quello che ci aspetta…
Finalmente cominciamo.
Il percorso è curato
nei minimi particolari, organizzato in modo molto chiaro per disegnatore, per
anni e per cattivi. Siamo letteralmente catapultati in un mondo rossoblu pieno
di mostri, carta, gadget e zie May incredibilmente appassionanti. Una sosta per
ogni vetrina, bacheca, tavola o televisore, con una rapida ma esaustiva spiegazione
di tutto quello che è esposto.
Ed è così che scopriamo
che la trama dell’Uomo Ragno è più intricata di quella di Beautiful, che anche
dietro un fumetto vigono le severe leggi del marketing; che il costume nero non
è cattivo come sembra (tra l’altro, a quanto pare, non è nemmeno un costume),
che l’Uomo Ragno è un supereroe umano con dei super problemi umani; che Peter
Parker probabilmente porta un po’ sfiga, e che zia May non muore mai.
Capita di rado di
vedere accompagnatori così appassionati; l’amore di Bebo per i fumetti in generale,
e per l’Uomo Ragno in particolare, è stato capace di coinvolgerci a 360° nella
Ragno story.
Sono uscito dallo
Spazio Fumetto convinto di essere stato dentro 20 minuti, era passata più di un
ora e mezza.
Tutto quello che
avreste voluto sapere sull’Uomo Ragno e non avete mai osato chiedere.
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