lunedì 30 luglio 2012

London Eye: Giorno 4


Bilanci

Una delle cose che mi ha colpito di più di Londra sono i giardini. Lo so, lo dicono tutti, ma è proprio vero: è incredibile la pace che si respira nei fazzoletti verdi di questa metropoli.

Dopo svariate ore e infinite meraviglie al British Museum (una su tutte, i bassorilievi che rappresentano la caccia ai leoni degli Assiri), e dopo una pausa pranzo a base di Fish&Chips, Jack potato e birra nel pub di fronte al museo, abbiamo bisogno di riposo. E dopo svariati tentativi fallimentari, perché a Londra alcuni giardini sono inspiegabilmente privati (Notting Hill docet, avremmo dovuto pensarci), approdiamo finalmente a Russel Square, e ci godiamo la prima vera pausa di questi giorni di marcia.

È tempo di bilanci.
A detta di tutti quelli che abbiamo interpellato, in questi pochi giorni abbiamo visitato tutte le attrazioni imperdibili della città. Eppure non possiamo dire di esserci fatte un’idea precisa.
Gli unici londinesi che abbiamo visto erano sul treno da e per Kingsgton (una menzione speciale va alla cicciona seminuda con giarrettiera tatuata sulla coscia, incontrata l’ultimo giorno… era bellissima, sul serio); come dire che gli autoctoni si guardano bene dall’abitare in centro. Sempre che di centro si possa parlare… E allora? Ci viene da chiederci. Come si fa a cogliere lo spirito di una città che cambia radicalmente a ogni fermata della metro?
Forse è proprio questo il punto, forse erano le nostre aspettative ad essere sbagliate. Cercare uno spirito unitario, un’anima, in un posto come questo, forse è stata una pretesa inutile. Magari invece bisogna prendere Londra per quello che è: come un crocevia, un centro di influenza, un brulichio di occasioni. Un posto in cui, davvero, chiunque può fare qualsiasi cosa.

Una volta capito questo, cioè capito che non ci siamo perse nessun pezzo, che abbiamo visto quello che c’era da vedere, e capito quello che c’era da capire (insomma, come direbbe mio padre, una volta compiuto il nostro dovere), improvvisamente ci rilassiamo. E ci godiamo la mente piena di tutte le cose belle che abbiamo visto, quasi senza accorgercene: i comignoli grigi contro il cielo, i palazzi di vetro che riflettono le nuvole. Il fiume scintillante nel tardo pomeriggio, l’aria limpida, le finestre bianche delle case di mattoni. La calma dei giardini.
Forse siamo pronte per tornare a casa.
Prima di prendere il treno i concediamo un ultimo romantico giro in autobus… Ovviamente è un pessima idea, perché ci intasiamo nel traffico delle sei di sera della settimana di inizio Olimpiadi. Un attimo prima di scendere e proseguire a piedi imprecando, però, ci lasciamo sorprendere dal Big Ben nella luce del crepuscolo. Sarà anche un simbolo londinese infestato dai turisti, però è proprio bello.

Soundtrack

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