Bilanci
Una delle cose che mi ha colpito di più di Londra
sono i giardini. Lo so, lo dicono tutti, ma è proprio vero: è incredibile la
pace che si respira nei fazzoletti verdi di questa metropoli.
Dopo svariate ore e infinite meraviglie al British
Museum (una su tutte, i bassorilievi che rappresentano la caccia ai leoni degli
Assiri), e dopo una pausa pranzo a base di Fish&Chips, Jack potato e birra
nel pub di fronte al museo, abbiamo bisogno di riposo. E dopo svariati
tentativi fallimentari, perché a Londra alcuni giardini sono inspiegabilmente
privati (Notting Hill docet, avremmo dovuto pensarci), approdiamo finalmente a
Russel Square, e ci godiamo la prima vera pausa di questi giorni di marcia.
È tempo di bilanci.
A detta di tutti quelli che abbiamo interpellato,
in questi pochi giorni abbiamo visitato tutte le attrazioni imperdibili della
città. Eppure non possiamo dire di esserci fatte un’idea precisa.
Gli unici londinesi che abbiamo visto erano sul
treno da e per Kingsgton (una menzione speciale va alla cicciona seminuda con
giarrettiera tatuata sulla coscia, incontrata l’ultimo giorno… era bellissima,
sul serio); come dire che gli autoctoni si guardano bene dall’abitare in
centro. Sempre che di centro si possa parlare… E allora? Ci viene da chiederci.
Come si fa a cogliere lo spirito di una città che cambia radicalmente a ogni
fermata della metro?
Forse è proprio questo il punto, forse erano le
nostre aspettative ad essere sbagliate. Cercare uno spirito unitario, un’anima,
in un posto come questo, forse è stata una pretesa inutile. Magari invece bisogna
prendere Londra per quello che è: come un crocevia, un centro di influenza, un brulichio
di occasioni. Un posto in cui, davvero, chiunque può fare qualsiasi cosa.
Una volta capito questo, cioè capito che non ci
siamo perse nessun pezzo, che abbiamo visto quello che c’era da vedere, e
capito quello che c’era da capire (insomma, come direbbe mio padre, una volta compiuto
il nostro dovere), improvvisamente ci rilassiamo. E ci godiamo la mente piena
di tutte le cose belle che abbiamo visto, quasi senza accorgercene: i comignoli
grigi contro il cielo, i palazzi di vetro che riflettono le nuvole. Il fiume
scintillante nel tardo pomeriggio, l’aria limpida, le finestre bianche delle
case di mattoni. La calma dei giardini.
Forse siamo pronte per tornare a casa.
Prima di prendere il treno i concediamo un ultimo romantico
giro in autobus… Ovviamente è un pessima idea, perché ci intasiamo nel traffico
delle sei di sera della settimana di inizio Olimpiadi. Un attimo prima di
scendere e proseguire a piedi imprecando, però, ci lasciamo sorprendere dal Big
Ben nella luce del crepuscolo. Sarà anche un simbolo londinese infestato dai
turisti, però è proprio bello.
Soundtrack
Nessun commento:
Posta un commento