Teresa. Le
vacanze
«Tu dove vai quest’estate?»
Ah, l’odiata domanda.
Sento il rumore della bici rottame di Paolo dietro
di me. Sento che accelera, cercando di raggiungermi. Sento i suoi occhi
insistenti sulla schiena; so dove vuole arrivare.
Mi lascio affiancare, sorrido e prendo tempo: «Sei
il quarantasettesimo che me lo chiede stasera!»
«E tu cos’hai risposto, a tutti e quarantasette?»
«Che non lo so.»
I suoi occhi ridono. Mamma, se è bello. E gentile,
anche. Ci siamo incontrati per caso, al termine dell’ultimo venerdì di luglio
in Colonne. L’ultimo venerdì prima che la città si svuoti. Gli esami sono
finiti, di giorno fa troppo caldo per uscire, di sera la gente ha voglia di stare
fuori. Ho fatto tardi senza pensarci; ho salutato seimila persone, ma sinceramente
non pensavo di trovare lui.
Ha perfino insistito per accompagnarmi a casa.
Torniamo insieme, mi ha detto, è troppo tardi per
farti andare da sola… Come se non sapessi che lo fa per provarci.
«Tu dove vai, invece?»
«Salento. Ma devo ancora capire con chi…»
Ti prego, non essere così patetico.
Resto zitta, guardo la strada buia. Tra un’ora sarà già giorno.
«Avevo chiesto ad Adele, ma va in Brasile due
mesi...»
«E ti pareva…»
«Va be’, meglio una iperattiva come lei di quelle fighette
che si fanno due settimane in albergo a pensione completa.»
«Lascia stare.»
Mi guarda interrogativo.
«Ho appena scoperto che due mie amiche fanno
esattamente questa vacanza.»
«Ma va’! Ma quanti anni hanno?»
«Boh, la tua età. Magari le conosci anche. Si chiamano
Marta e Laura. Marta è fidanzata con un certo Mauro…»
«Ma chi, Mauro Frani?»
«Sì, sai chi è?»
«Siamo in squadra insieme. Ma sta ancora con la
stessa? Voleva lasciarla mesi fa! Da quando ha perso il lavoro deve vederla
tutti i giorni e si lamenta; a quanto pare lei parla solo di vestiti.»
«Be’, quanto a stranezza, non scherza nemmeno lui.
La disoccupazione gli ha fatto uno strano effetto: pare che si sia messo a fare l'investigatore.»
Mi sorride senza dire niente, mi guarda insistente come se il discorso
non gli interessasse affatto. Mi chiedo se si renda conto di mettermi in imbarazzo.
Continuo a parlare: «Comunque anche secondo me
dovrebbero lasciarsi. E invece se ne vanno a questa vacanzina in villaggio
insieme alla coppia più vecchia del mondo.»
«Che invidia.»
«A me fanno rabbia. Dicono tanto che non hanno
soldi, e poi vanno a spendere migliaia di euro per l’animazione.»
Lui ride. Bello è bello, per carità. Ma cosa ci
faccio io con questo, l’ultimo venerdì di luglio? Non si comincia una storia
all’inizio dell’estate, lo dicono tutti i telefilm.
La circonvallazione scorre veloce, devo decidere
cosa fare prima di arrivare a casa.
«E così le amiche ti hanno abbandonato…»
Ma cosa fa, ci riprova? Non mi piace la gente che
insiste. Va bene valutare l’ipotesi, va bene anche immaginare una storia
estiva, ma per le vacanze insieme mi sembra davvero presto.
E poi, quest’estate la voglio passare da sola.
«Hai chiesto a Luca se viene con te? O a qualcuno
della squadra…»
«Luca da quando lavora a tempo pieno non lo si
vede più.»
«Peccato…»
«Quando non hanno il lavoro, si sentono inutili e vengono a piangere dagli amici; poi però, appena trovano un posto, ti mollano.»
«Non son mica tutti fortunati come te, che lavori
di notte!»
«Non scherzare, io mi faccio un culo così.»
«Sì, vabbè. Ma tua sorella?»
«Cosa?»
«Ci viene in vacanza con te?»
«Mia sorella è entrata nel circolo delle coppie!
Ha riscoperto il nostro vicino di casa. Che tra l’altro fa parte del club: “non
ho un lavoro e mi lamento”…»
«Be’, non ti va proprio bene niente stasera!»
«Mi vai bene tu.»
«Ma ti sembra una cosa da dire? »
Paolo ride, io non so cosa fare.
«Forse sono un po’ ubriaco.»
«Già.»
Un vecchio in canottiera ci guarda dal balcone. Chissà
cosa pensa di noi.
Fermiamo le bici. Siamo a casa.
Decido di non essere ambigua.
Decido di non essere ambigua.
Lo guardo seria: «Paolo io vado.»
Lui sorride, con gli occhi mi chiede di
ripensarci: «Non mi hai ancora detto se parti.»
«Mi sa che vado in Portogallo. Mia zia mi lascia
la sua casa a Oporto per agosto. – breve
pausa – In fondo, questa è la mia ultima estate come si deve...»
Non so perché, ma sembra che mi stia
giustificando.
Ma giustificando per cosa? Per voler stare via un mese,
prima di diventare paranoica come le mie amiche, ossessionata dalla
disoccupazione, che a ottobre inghiottirà anche me?
O forse per non voler iniziare una storia con
Paolo? Non riuscirei a non coinvolgermi, e, con quella faccia, non ci
riuscirebbe nemmeno lui. Ma non sarebbe la cosa giusta, anche se so che l’occasione
non si ripresenterà: questa è la mia ultima estate, voglio partire leggera.
Mi dà un bacio.
«Allora ci vediamo a settembre, no?»
Non credo proprio, ma dirglielo mi sembra
indelicato. Così resto zitta, ricambio il bacio.
Poi lego la bici ed entro in casa.
Poi lego la bici ed entro in casa.
A settembre mi laureo, poi vedremo.
Ho letto il tuo racconto, la tua lettrice fan lo ha trovato molto bello, ma non possono finire qui questi racconti!!! Come facciamo noi che li leggiamo? Un bacio, Lucia
RispondiEliminaOh grazie!
RispondiEliminaBe', diciamo che per ora è una pausa estiva... Anche i poveri disoccupati vanno in vacanza no???
E poi a settembre vedremo!
Ma come? Non puoi interrompere. I racconti del lunedì ormai sono un must. Li aspetto con tanta trepidazione da collegarmi addirttura col cellulare per vedere se sono già pubblicati. Come farò senza per tutta l'estate?
RispondiEliminaAhahah grazie mille Anna! Mi dai molta soddisfazione :)
RispondiEliminaSpero che le proposte estive di Nefelomanzia non ti deluderanno... Altrimenti a settembre prometto che mi inventerò qualcosa!
Io sapevo che erano 10 però...
RispondiEliminaMa quanto è puntiglioso, Mr. Fifteen! Vedremo di venirle incontro, magari gli ultimi due arriveranno a settembre... :)
RispondiEliminaOggi è lunedì. Siamo in settembre. Dov'è il mio racconto????
RispondiEliminaOh Anna lascia stare... se le mie avventure (non) lavorative continuano così, sarò costretta a pubblicare racconti per l'eternità!
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