sabato 28 luglio 2012

London Eye: Giorno 2


I love shopping in Portobello

L’unica cosa che avevamo deciso prima di partire era che sabato sarebbe stata la “giornata dei mercatini”. 
Prima di cominciare la visita a Portobello Road, facciamo una sosta ad Hyde Park, per vedere il famoso Speaker’s Corner… Ma rimaniamo terribilmente deluse: a quanto pare, i declamatori del parco ci sono solo la domenica (non fatevi ingannare dagli autoctoni che affermano il contrario, le ragazze del chiosco delle bibite hanno confermato: i discorsi degli aspiranti politici sono solo la domenica). Frustrate per questo fallimento (e per il devastante odore di concime nel parco, che evidentemente stavano approntando per le Olimpiadi) risaliamo sull’autobus, alla volta del mercato del sabato mattina più famoso d’Inghilterra.

Al di là della serie infinita di bancarelle che espongono oggettistica in condizioni più o meno accettabili, davvero bella è la location. Chi ha visto “Notting Hill” sa di cosa parlo: villette colorate a schiera, giardinetti estrosi… Tutto curato nel dettaglio, senza risultare pettegolo. Sicuramente merita una visita, ma preparatevi ad affrontare la folla di turisti più agguerrita e rumorosa che abbiate mai incontrato.
In una traversina ci fermiamo ad osservare una targa commemorativa di Biko, attivo nella lotta contro l’apartheid. Procedendo per la via, la qualità delle bancarelle cala sensibilmente, fino a trasformarsi in un dedalo di banchetti di cianfrusaglie cinesi. A un bivio, meravigliosamente, ci imbattiamo in un’intera fiera del cibo etnico da asporto (kebap, falafel, panini, crepes... Tutto rigorosamente ipercalorico). Guarda caso è ora di pranzo… Una sosta è necessaria.
Dopo esserci rifocillate, ci rimettiamo in marcia. Un inconfessabile senso di colpa però (spendere un’intera giornata in mercatini, quando ci sarebbe tutta la città da visitare, ci sembra un po’ vergognoso) ci spinge a ritardare la visita a Camden Town e Camden Lock per spingerci fino alla British Library.
La biblioteca conserva alcuni documenti di rarità eccezionale (dalla Magna Charta ai testi delle canzoni di John Lennon) ed è organizzata ottimamente, con tanto di supporti tecnologici che permettono di sfogliare virtualmente le pagine dei codici… Insomma, una vera meraviglia, non solo per i bibliofili.

Il tempo di una merenda da Mac (non lo facevamo da anni, giuro) e di due fermate di metro, e siamo a Camden Town. Qui siamo quasi sicure di trovare i veri londinesi alternativi. Forse sarà un po’ pericoloso (il pomeriggio volge al termine), ma siamo pronte a correre il rischio. Usciamo dalla metro vagamente intimorite e… Anche stavolta siamo accolte solo dalla fiumana dei turisti. Per carità, un intero villaggio di bancarelle e artigiani sul fiume, nella luce calda del crepuscolo, è praticamente un sogno… Però il tipo più trasgressivo che abbiamo visto era uno che pubblicizzava un negozio di Dr. Marteen’s… Insomma, dove sono i punk degli anni ’80, i disadattati, i drogati? E soprattutto: dove sono i londinesi?

P.S. Per consolarsi, vedendo i prezzi stracciati a cui vengono svenduti, Petro ha finalmente deciso di collezionare vinili. Se ne avete da vendere, contattatela!


Soundtrack


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