I love
shopping in Portobello
L’unica cosa che avevamo deciso prima di partire
era che sabato sarebbe stata la “giornata dei mercatini”.
Prima di cominciare la
visita a Portobello Road, facciamo una sosta ad Hyde Park, per vedere
il famoso Speaker’s Corner… Ma rimaniamo terribilmente deluse: a quanto pare, i
declamatori del parco ci sono solo la domenica (non fatevi ingannare dagli
autoctoni che affermano il contrario, le ragazze del chiosco delle bibite hanno
confermato: i discorsi degli aspiranti politici sono solo la domenica).
Frustrate per questo fallimento (e per il devastante odore di concime nel
parco, che evidentemente stavano approntando per le Olimpiadi) risaliamo
sull’autobus, alla volta del mercato del sabato mattina più famoso
d’Inghilterra.
Al di là della serie infinita di bancarelle che
espongono oggettistica in condizioni più o meno accettabili, davvero bella è la
location. Chi ha visto “Notting Hill” sa di cosa parlo: villette colorate a
schiera, giardinetti estrosi… Tutto curato nel dettaglio, senza risultare
pettegolo. Sicuramente merita una visita, ma preparatevi ad affrontare la folla
di turisti più agguerrita e rumorosa che abbiate mai incontrato.
In una traversina ci fermiamo ad osservare una
targa commemorativa di Biko, attivo nella lotta contro l’apartheid. Procedendo
per la via, la qualità delle bancarelle cala sensibilmente, fino a trasformarsi
in un dedalo di banchetti di cianfrusaglie cinesi. A un bivio,
meravigliosamente, ci imbattiamo in un’intera fiera del cibo etnico da asporto
(kebap, falafel, panini, crepes... Tutto rigorosamente ipercalorico). Guarda
caso è ora di pranzo… Una sosta è necessaria.
Dopo esserci rifocillate, ci rimettiamo in marcia.
Un inconfessabile senso di colpa però (spendere un’intera giornata in
mercatini, quando ci sarebbe tutta la città da visitare, ci sembra un po’
vergognoso) ci spinge a ritardare la visita a Camden Town e Camden Lock per
spingerci fino alla British Library.
La biblioteca conserva alcuni documenti di rarità
eccezionale (dalla Magna Charta ai testi delle canzoni di John Lennon) ed è
organizzata ottimamente, con tanto di supporti tecnologici che permettono di
sfogliare virtualmente le pagine dei codici… Insomma, una vera meraviglia, non
solo per i bibliofili.
Il tempo di una merenda da Mac (non lo facevamo da
anni, giuro) e di due fermate di metro, e siamo a Camden Town. Qui siamo quasi
sicure di trovare i veri londinesi alternativi. Forse sarà un po’ pericoloso
(il pomeriggio volge al termine), ma siamo pronte a correre il rischio. Usciamo
dalla metro vagamente intimorite e… Anche stavolta siamo accolte solo dalla
fiumana dei turisti. Per carità, un intero villaggio di bancarelle e artigiani sul
fiume, nella luce calda del crepuscolo, è praticamente un sogno… Però il tipo
più trasgressivo che abbiamo visto era uno che pubblicizzava un negozio di Dr.
Marteen’s… Insomma, dove sono i punk degli anni ’80, i disadattati, i drogati?
E soprattutto: dove sono i londinesi?
P.S. Per consolarsi, vedendo i prezzi stracciati a
cui vengono svenduti, Petro ha finalmente deciso di collezionare vinili. Se ne
avete da vendere, contattatela!
Soundtrack
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