Quando inizia l’estate?
I saggi risponderebbero il 21
giugno. I nostalgici, la farebbero
coincidere con la fine della scuola. I
pragmatici andrebbero a scomodare la meteorologia. I “più pragmatici”
direbbero un banale “Estate inizia quando io sono in vacanza”. I cinefili controllerebbero quando nel palinsesto
televisivo compaiono i vari film di Don Camillo e di Totò. Gli appartenenti al
sesso maschile, ammiccanti, si dilungherebbero in dissertazioni sulle
canottiere del gentil sesso come indizio ultimo dell’inizio della stagione più
calda.
Io, che notoriamente non appartengo a nessuna
delle categorie sopra citate, un tempo avrei candidamente risposto:
“ L’estate inizia il giorno della prima puntata del Festivalbar”.
Ma adesso, se non viene siete accorti,
il Festivalbar non esiste più!
I cultori della buona musica (ed
io, modestamente, mi includo in questa categoria), non soffrono di certo per la
mancanza di una rassegna musicale il cui
unico scopo era quello di incoronare ufficialmente il tormentone estivo che, in
questo modo, si guadagnava la possibilità di tormentarci all’ennesima potenza.
La questione vera è che ora non
riesco più delimitare il tempo estivo con chiarezza : il Festivalbar aveva il
valore del “cambio dell’armadio”!
L’idea di scrivere un post che
cercasse di rispondere alla domanda in oggetto mi balenava da tempo. Il
vero problema (ed è il motivo per cui ho atteso un po’ prima di scriverlo)
è che non trovavo una risposta convincente da dare.
Poi….
Sabato mattina. Primi giorni di
giugno. Aria e cielo novembrini (strano?) La temperatura percepita di 17°
costringeva la mia mente a tormentarsi con vigore (eufemismo!) ed insistenza
(altro eufemismo!) su quando sarebbe arrivata l’estate!
Anche questa volta la
riproduzione casuale del mio lettore mp3 mi è stato d’aiuto.
Jack Johnson. Ed ecco la
risposta: ora inizia l’estate, dura circa 4 minuti, il tempo di una canzone, chitarra, voce calda di un cantante-surfista
hawaiano e musica da falò sulla spiaggia
(per parafrasare il titolo del suo primo album “Brushfire fairytales”). Altro
che Festivalbar!
A ben vedere, si può
ragionevolmente dire che il buon Jack non spicca per varietà musicale. E’ condivisibile
l’opinione che le sue canzoni si assomiglino
un po’ tutte (non per altro non ricordo quale brano mi avesse trasportato nella
mia estate della durata di 4 minuti).
Ma che male c’è? Non mancano
certo musicisti virtuosi e sperimentatori, di cui riusciamo comunque a
lamentarci per l’eccessiva ricerca e volontà di stupire il pubblico che,
immancabilmente, finisce per rinnegarli.
Il mio suono dell’estate sono,
così, canzoni rilassate e rilassanti, senza
alcun eccesso, con annesso l’odore di oceano e il respiro delle onde. La mia
estate è la voce calda e ampia di Jack, è
il suono genuino della sua chitarra solista.
E la vera magia è che quando i 4
minuti di estate sono finiti ciò che rimane sulla pelle, oltre al profumo
salmastro del mare, è un solare senso di
leggerezza e l’impressione che sia giunta l’ora di un nuovo tempo.
Soundtrack: “Taylor”- On and On, 2003
Non conoscevo Jack Johnson, però grazie a te adesso ho proprio voglia di ascoltarlo con calma e per bene!
RispondiEliminaGià i primi versi danno quel senso di tranquillità e leggerezza di cui parli. Se mi piacerà, so già cosa ascoltare lunedì prima del mio esame, così da pensare che l'estate sia più vicina e più bella dell'analisi! :)