giovedì 14 giugno 2012

Incursioni musicali: episodio #8


Quando inizia l’estate? 

I saggi risponderebbero il 21 giugno.  I nostalgici, la farebbero coincidere con la fine della scuola. I  pragmatici andrebbero a scomodare la meteorologia. I “più pragmatici” direbbero un banale “Estate inizia quando io sono in vacanza”. I cinefili  controllerebbero quando nel palinsesto televisivo compaiono i vari film di Don Camillo e di Totò. Gli appartenenti al sesso maschile, ammiccanti, si dilungherebbero in dissertazioni sulle canottiere del gentil sesso come indizio ultimo dell’inizio della stagione più calda.
 
Io, che notoriamente non appartengo a nessuna delle categorie sopra citate, un tempo avrei candidamente  risposto:  “ L’estate inizia il giorno della prima puntata del Festivalbar”.

Ma adesso, se non viene siete accorti, il Festivalbar non esiste più! 

I cultori della buona musica (ed io, modestamente, mi includo in questa categoria), non soffrono di certo per la mancanza di una rassegna  musicale il cui unico scopo era quello di incoronare ufficialmente il tormentone estivo che, in questo modo, si guadagnava la possibilità di  tormentarci all’ennesima potenza.

La questione vera è che ora non riesco più delimitare il tempo estivo con chiarezza : il Festivalbar aveva il valore del “cambio dell’armadio”!

L’idea di scrivere un post che cercasse di rispondere alla domanda in oggetto mi balenava da tempo.  Il  vero problema (ed è il motivo per cui ho atteso un po’ prima di scriverlo) è che non trovavo una risposta convincente da dare. 
Poi….

Sabato mattina. Primi giorni di giugno. Aria e cielo novembrini (strano?) La temperatura percepita di 17° costringeva la mia mente a tormentarsi con vigore (eufemismo!) ed insistenza (altro eufemismo!) su quando sarebbe arrivata l’estate!
Anche questa volta la riproduzione casuale del mio lettore mp3 mi è stato d’aiuto. 

Jack Johnson. Ed ecco la risposta: ora inizia l’estate, dura circa 4 minuti, il tempo di una canzone,  chitarra, voce calda di un cantante-surfista hawaiano  e musica da falò sulla spiaggia (per parafrasare il titolo del suo primo album “Brushfire fairytales”). Altro che Festivalbar!

A ben vedere, si può ragionevolmente dire che il buon Jack non spicca per varietà musicale. E’ condivisibile   l’opinione che le sue canzoni si assomiglino un po’ tutte (non per altro non ricordo quale brano mi avesse trasportato nella mia estate della durata di 4 minuti). 

Ma che male c’è? Non mancano certo musicisti virtuosi e sperimentatori, di cui riusciamo comunque a lamentarci per l’eccessiva ricerca e volontà di stupire il pubblico che, immancabilmente, finisce per rinnegarli.  

Il mio suono dell’estate sono, così,  canzoni rilassate e rilassanti, senza alcun eccesso, con annesso l’odore di oceano e il respiro delle onde. La mia estate  è la voce calda e ampia di Jack, è il suono genuino della sua chitarra solista. 

E la vera magia è che quando i 4 minuti di estate sono finiti ciò che rimane sulla pelle, oltre al profumo salmastro del mare,  è un solare senso di leggerezza e l’impressione che sia giunta l’ora di un nuovo tempo. 


Soundtrack: “Taylor”- On and On, 2003

1 commento:

  1. Non conoscevo Jack Johnson, però grazie a te adesso ho proprio voglia di ascoltarlo con calma e per bene!
    Già i primi versi danno quel senso di tranquillità e leggerezza di cui parli. Se mi piacerà, so già cosa ascoltare lunedì prima del mio esame, così da pensare che l'estate sia più vicina e più bella dell'analisi! :)

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