martedì 26 giugno 2012

Film #3: Cosmopolis

Su Priscilla (doverosa premessa)

Come i lettori più attenti avranno certamente notato, nelle ultime settimane Nefelomanzia ha ospitato i contributi di diversi personaggi. È in effetti politica di questo blog accogliere con entusiasmo ogni forma di collaborazione. Fino a qui, i contenuti di questi coraggiosi volontari sono stati presentati senza troppe domande e senza presentazioni. Tuttavia, non me la sento di far comparire la prima recensione di Priscilla senza neanche una parola di spiegazione, e forse di celebrazione del momento.

Quando ho proposto a Priscilla di collaborare a questo progetto, sinceramente, non credevo che avrebbe accettato.
Priscilla è un personaggio sensibile, ma incredibilmente schivo. Nessuno conosce la sua vera identità, perché a tutti si presenta con un nome diverso. Tutti la reputano incredibilmente intelligente, ma, se ci pensano, non sanno dire perché. Priscilla infatti, contrariamente alla prassi dei nostri giorni esibizionisti, non ci tiene affatto a mostrare le sue doti. Al contrario: ogni volta che parla, sembra sul punto di rivelarti un segreto, ma poi, ogni volta, sembra che decida di tenerselo per sé. E a te che la ascoltavi rimane il dubbio di non aver saputo cogliere il senso profondo delle sue preziose parole.
Anche questo post è così. L’ho intitolato recensione, perché non sapevo come altro definirlo. Ma non aspettatevi un commento, o una spiegazione tecnica. In queste poche righe Priscilla allude alla storia, racconta la sensazione, plasma la materia. Se vi aspettate un resoconto oggettivo, ignorate Priscilla e aspettate la prossima settimana. Se invece volete lasciarvi suggestionare, andate avanti a leggere.
Secondo me, ovviamente, ne vale la pena.


Cosmopolis
(di Priscilla)

Se vuoi attraversare la città devi mettere in conto di impiegare una intera giornata. Il Presidente degli Stati Uniti si sta spostando e il traffico ne risente. Puoi decidere di muoverti a piedi, o di corsa: pensando agli affari tuoi, un asciugamano sulle spalle e il tuo cantante preferito nelle cuffie (ma è una di quelle giornate in cui nemmeno lui può esserti di gran conforto). Quando sei stanco puoi fermare un taxi e farti portare; qui gli autisti provengono da cento Stati diversi e dalle conversazioni impari ogni volta qualcosa. Tua moglie lavora in questo isolato, potresti anche incontrarla e pranzereste insieme, ma devi trovare un posto adatto - chissà perché vuole sempre mangiare da sola con te. Stasera comunque sarà a teatro. 

Improvvisamente decidi che nonostante il traffico vuoi servirti della tua macchina e del suo pilota automatico per muoverti nella città. I vetri sono oscurati e se incrocerai una delle manifestazioni che stanno ingorgando le strade potrai in fondo aspettare che passi, come con la pioggia. Controllerai dopo che non si sia rotto niente, e se occorre la ricomprerai. È sera, e nei campi recintati i ragazzi giocano: ti piace il basket, e non ami che ti stiano troppo addosso. Il tuo barbiere, ecco, è l'unico uomo a cui permetti di avvicinarsi a te. È per lui che hai fatto tutta questa strada, anche se come barbiere non è nemmeno tanto bravo. Giornata densa. Hai fatto qualche progresso e hai accettato qualche intoppo, ma poi ti accorgi che hai soltanto seguito il ritmo scandito dei semafori. Hai attraversato la città per scoprire infine dove si parcheggiano di notte le limousine come la tua.

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