lunedì 28 maggio 2012

Giorni e nuvole #2


Laura. le priorità

Laura guarda distrattamente il telefono: le 14.06, finalmente. Reprime un sospiro di sollievo; quindi chiede scusa, si alza, paga, ringrazia, e va frettolosamente verso il motorino.
Mette in moto e parte rapida: Marco la aspetta per il caffè e lei non vuole fare tardi.
Mentre corre sulla circonvallazione, cerca di farsi scivolare di dosso la tensione del pranzo: non le va di appesantirlo con gli stress delle sue amiche.
E comunque ha ragione lui, quando dice che Marta è pesante: ultimamente vederla è diventata una fatica. Come se fosse l’unica, poi, ad aver finito l’università e ad aver voglia di sistemarsi.
Si ferma all’ultimo semaforo. Certo che quando si vuole far tutto da soli ci si stanca di più. E lei lo sa bene; anche lei era come Marta, anche lei portava il peso della sua vita da sola… anche lei, prima di Marco.

Marco compare sorridente dietro l’angolo.
Entrano al bar e ordinano il solito caffè macchiato.
«Allora, come va la giornata?»
«Bene, tra poco vado a dare ripetizioni alla sorellina di Luca.»
«Chi è Luca?»
L’idillio si interrompe temporaneamente: Laura ha un moto di insofferenza. Possibile che Marco non impari mai il nome dei suoi amici? Lei si ricorda perfettamente tutti suoi impegni della settimana, le sue scadenze e i suoi ricordi, e lui mai niente. Ma si riprende in un attimo: lui ha così tanto da fare… Ha un lavoro vero, una casa, un conto in banca; insomma una vita adulta. Non è come lei, che ha il privilegio di poter investire tempo ed energie a imparare nome cognome e data di nascita dei suoi colleghi/cugini/amici/conoscenti. Gli sorride pentita, e in due parole gli ricorda la storia di Luca.
«Ah bene! Sono contento che hai questo lavoretto.»
«Sì, non è tanto, però finché non trovo di meglio…»
«Infatti. Devi prenderti il tempo di trovare una cosa che ti piace veramente.»
Lo guarda tra riconoscenza e ammirazione: è così bello che lui non le metta fretta! Che capisca benissimo che se avesse voluto un lavoro sicuro probabilmente non avrebbe studiato Beni Culturali. Si sente grata, e sposta l’attenzione su di lui: «A te come va invece?».
E lui racconta: non fa fatica a confidarsi, sfogarsi, affidarsi; e questo la fa sentire importante.
Mezzora dopo, Marco guarda l’orologio che gli ha regalato lei: la pausa è finita, deve andare.
Laura lo guarda entrare in ufficio e pensa che il fatto che lui voglia condividere con lei preoccupazioni e progetti, al momento, è l’unica cosa che la fa sentire viva.

18.36. Laura risponde al telefono di malavoglia. Stava per entrare nella vasca, dopo una conversazione stressantissima con la sua compagna di banco del liceo, in ansia perché il suo fidanzato è in ansia. Lei ha fatto la parte della buona amica, perché immagina che sia molto difficile stare con uno che non ha ancora trovato la sua strada; uno che non potrà mai offrire la tranquillità che Marco ha costruito così in fretta e bene.
Le avrebbe anche detto di uscire stasera, per una birretta tra amiche. Il problema è che, se non vuole essere un cadavere domani, che lei e Marco devono andare a quella cena di lavoro, a cui in effetti sarebbe bene fare una buona impressione perché Marco ci tiene tanto, e quella è gente grande, gente che guarda anche i dettagli (e anzi, forse dovrebbe cominciare a pensare a cosa mettersi), stasera dovrà per forza stare a casa e riposarsi.
«Pronto, parlo con la Dottoressa Laura Italia?»
È uno del Cagnoni di Vigevano; ha letto il suo CV, e vorrebbe incontrarla per fare due chiacchiere.
Mentre fissa il colloquio, Laura pensa che non ha nessuna intenzione di andare fino a là tutti i giorni per uno stage sottopagato. Sul serio, ha risposto all’annuncio senza pensarci. Certo, ha sempre voluto lavorare nel teatro. E il cartellone del Cagnoni di quest'anno è interessante, e a Vigevano è praticamente l’unico punto di riferimento per gli spettacoli, però no. Non è questione di non volersi svegliare presto al mattino; è che, come pendolare, dovrebbe rinunciare davvero a troppe cose: il tempo libero sarebbe ridotto al dopocena; e quando una lavora tutto il giorno, si sa, magari la sera non ha poi tutta questa voglia di uscire. Come farebbe ad andare al cinema, a leggere, scrivere, vedere gli amici? Come farebbe con Marco.
Già si immagina con lui in uno scenario di stanchezza casalinga; lei che si addormenta in pigiama davanti alla tv, che non ha più la forza né la voglia di dedicargli le attenzioni che merita, lui che, deluso, si richiude in se stesso e si butta nel lavoro; e poi, infine, loro due che cenano in tuta in silenzio… no, non funzionerebbe, non può accettare. È una questione di priorità.
E poi tanto le farebbero fare solo fotocopie.

Laura mette giù il telefono e scivola nell’acqua tiepida.
Sono le sette meno venti, le rimane meno di un’ora per rilassarsi. Alle sette e mezza Marco esce dall’ufficio, e di solito, mentre torna a casa, la chiama. Oggi pomeriggio aveva una riunione importante, forse avrà voglia di raccontarle com’è andata.




1 commento:

  1. Mi piacciono questi racconti del lunedì; questo, diversamente dall'altro, mi ha trasmesso però un pò di ansia....Mi sembra che la scelta delle priorità non lasci del tutto tranquilla Laura... o forse non lascia per nulla tranquilla me....

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