La tecnologia è una
cosa meravigliosa. Nonostante siano dispersi in svariate località europee, a pochi mesi dall’uscita del loro primo album
(gratuitamente scaricabile qui), Fede e Giorgio hanno
risposto a qualche domanda per Nefelomanzia.
Spero che per questa
giusta causa mi verrà perdonata una piccola incursione delle incursioni
musicali :)
Dare il nome a un disco è sempre stato il mio
sogno.
Dev’essere per la mia mania di trovare una
definizione a tutto. In ogni caso, per una volta, è bello poter
raccontare di come il sogno si sia fatto realtà.
È una sera di gennaio, all’inizio del 2011.
Incontro mio cugino Fede sui Navigli. Tra resoconti
di vita e propositi per l’anno nuovo, Fede mi racconta che sta lavorando con il
suo amico Giorgio a un disco nuovo: le idee sono tante e buone, e stanno
prendendo la forma di un vero e proprio concept album. La cosa mi entusiasma,
faccio altre domande.
“Sembra una fiaba – gli dico – perché comincia in modo cupo, ma finisce bene.”
“Già, una fiaba. Perché non ci scrivi su una fiaba?”
Mi chiede.
E perché no, rispondo io, come sempre.
Davanti alla nostra birra, pensiamo ai personaggi,
al perché al percome, e soprattutto (fa anche rima) al nome: Lo scorpione e la libellula.
Poi le cose ovviamente si sono fatte lunghe: dopo
la fiaba, ci sono state le illustrazioni bellissime di Davide, le
registrazioni, le collaborazioni (il piano di Un bel giorno, per esempio, è di Francesco, fratello di Fede) l’eterna
fase del mixaggio… Ma alla fine, da qualche mese, il disco è pronto, gratuito, e
secondo me davvero meritevole.
Non fatevi ingannare dalle battute velocissime e
dalle rime: queste poche tracce costruiscono un percorso serio, pieno di spunti
profondi.
A dir la verità, tutt’altro che una fiaba.
GIULIA: Ascoltando l'album,
l'impressione è quella di seguire un percorso. Qual è il filo rosso di questo
percorso? Detto altrimenti, quali sono i temi forti del disco, e come si
sviluppano?
OLL: Il primo pezzo post-prologo è “HuLiHuTu”, parafrasi
modesta di una confusione snervante. Il viaggio che porta all'ultimo brano
pre-epilogo si svolge di notte e sfocia nella placidità dell'alba di un bella
giornata. Il giorno in cui vorremo fare un disco così sarà un bel giorno.
GIULIA: Qual è la vostra traccia
preferita? Come e quando è nata?
OLL: Beh, sicuramente “Un Cantastorie (analisi
transazionale)”. È l'unico brano in cui non rifaremmo nulla e per cui non
soffriamo di rimorsi da post-prestazione. “Un Cantastorie (acquisto del caleidoscopio)”
ha preso vita a bordo dell' ATM linea 324, “Un Cantastorie (credito
insufficiente)” in studio da Giorgio. L'intermezzo “Un Cantastorie (analisi
transazionale)” si è creata da sé... mentre ci rendevamo conto che non ci
sarebbero bastati soldi per acquistare un caleidoscopio.
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