domenica 4 novembre 2012

Recensione # 26: Venere privata


Primo incontro con Duca

Anche il secondo appuntamento con Scerbanenco è stato un successo; prova ne sia il fatto che si è consumato nell’arco di un weekend.
Finalmente ho fatto la conoscenza del famoso Duca Lamberti; ne sentivo parlare dai tempi dell’università, ma non c’era mai stata occasione. Posso dire che è stato un piacere!

Venere privata è il primo romanzo del ciclo di Duca Lamberti ed è un vero successo. Da qui in avanti, Scerbabenco, noto principalmente come scrittore di narrativa romantico-rosa, si farà conoscere soprattutto come autore di polizieschi. Il protagonista, in particolare, avrà grosso seguito, e spingerà il suo creatore a dedicargli una vera e propria saga di episodi (che non mancherò di frequentare nei prossimi mesi). In effetti, limpido e tormentato com’è, Duca è un personaggio che fa parecchia simpatia. Radiato dall’albo dei medici e condannato a tre anni di carcere per aver somministrato l’eutanasia, è appena tornato in libertà, ed è in cerca di un lavoro che gli permetta di reinserirsi nel tessuto sociale. Ma questo reinserimento è in realtà impossibile: ormai, qualcosa si è spezzato dentro di lui, e lo spinge a forzare i limiti del sistema per riportare un po’ di ordine nel mondo corrotto che lo circonda. Nonostante tutto, ci sono ancora degli innocenti da proteggere, e Duca non può rimanere immobile di fronte alla sofferenza.

Viene quindi assunto da un facoltoso ingegnere perché aiuti il suo timido figliolo a liberarsi da un devastante alcolismo. Ben presto si scopre che questo disturbo è sintomo di una ferita ben più profonda, un senso di colpa apparentemente inestinguibile. A metà tra il medico e il poliziotto, Duca si fa coinvolgere dalla vicenda, fino a scoprire e sciogliere il losco segreto nascosto dietro il disagio del  paziente.

Una Milano calda e abbacinata, sporca e addormentata culla di criminali senza scrupoli. Un disperato paladino del bene, aiutato da una meravigliosa signorina Discorsi Generali, e da un gigante buono schiacciato dal senso di colpa. Ecco i principali ingredienti di Venere privata. Una storia appassionante, ma soprattutto ben raccontata. L’autore è abile e, come giustamente fa notare Doninelli nella prefazione dell’edizione Garzanti: «somministra la realtà dei fatti a piccole dosi, poco per volta.» Il narratore è spiccio, e tiene saldamente il punto di vista di Duca. Perfino le sue considerazioni generali sulla decadenza del sistema, che dopo I promessi sposi suonano sempre stantie e moralistiche, sono intonate, perché rispecchiano la mentalità del protagonista. Peccato solo per i diecimila flashback (già segnalati nella recensione a Non rimanere soli) che, alla lunga, appesantiscono la narrazione e danno l’impressione che, quanto a strumenti narrativi, l’autore manchi un po’ di creatività. A parte questo, però, Venere privata è un romanzo davvero  ben riuscito. Quando leggi l’ultima frase, stai già pensando a dove procurarti il prossimo. 

5 commenti:

  1. "Una Milano calda e abbacinata, sporca e addormentata". E' proprio come l'ho percepita io leggendo questo libro, brava Giulia. Sono contento che il Duca abbia fatto breccia!

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  2. Grazie michi! sono contenta che siamo d'accordo :)

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  3. Devo dire anche io la mia su questo libro che mi è piaciuto tantissimo.
    Lo ho letto su tuo consiglio e condivido il contenuto della tua recensione.
    Io ho trovato validi anche i flashback che non mi sembra appesantiscano, ma, anzi, mi pare servano a vivacizzare la narrazione.
    E soprattutto sono contenta di avere un'opinione autonoma e diversa dalla mia critica preferita.......

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  4. Divorato in pochi giorni, è piaciuto molto anche a me. Un viaggio in una Milano in bianco e nero che a una fanatica della sua città non poteva che piacere. "Quando leggi l’ultima frase, stai già pensando a dove procurarti il prossimo.": verissimo. Non vedo l'ora di leggere il prossimo.

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  5. Grande Anna! Me lo sto già pregustando... accorcio un po' la mia lista d'attesa e poi Duca sarà mio!

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