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Lo scrittore maratoneta
“Forse ho un carattere complicato, ma se
non metto le cose nero su bianco non riesco a pensare, e per riflettere sul
significato che ha per me la corsa a piedi, ho dovuto rimboccarmi le
maniche e metter giù quanto segue.”
Credo che chiunque si entusiasmi
quando già a pagina 4 di un libro trova una frase in cui si riconosce. O almeno,
a me succede.
L'arte di correre contiene parecchie
frasi che mi rispecchiano; direi che è il primo motivo per cui mi è piaciuto.
Chiariamoci: dire che considero Murakami
uno spirito affine è sicuramente troppo; ma sicuramente il suo modo di
raccontare mi affascina. Direi che sono contenta di averlo incontrato. Da tempo volevo leggere qualcosa
di suo. Kafka sulla spiaggia, 1Q84, sono
titoli originali, e che ho visto esposti in decine di vetrine, oltre che in
cima alle classifiche di vendita… insomma, ero curiosa.


Ne viene fuori un bel percorso; Murakami analizza il proprio rapporto con questo sport: dalle prime
corse nel parco, agli allenamenti per le maratone, alla scoperta, passati i cinquant’anni, del triathlon.
Cosa spinge
una persona a correre da sola per ore, ogni giorno? A quanto pare, la stessa forza
che la spinge a sedersi al tavolino per ore ogni mattina, e scrivere.
Con il procedere dei capitoli, la
personalità dell’autore emerge chiaramente: è un carattere ostinato, capace di
educare e plasmare il proprio corpo, di spingere la volontà e il fisico fino al limite della sopportazione. Un carattere
determinato, come forse solo uno scrittore può essere.
Devo ancora spiegare perché
questo libro mi è piaciuto? J
Forse però posso aggiungere una cosa:
stanotte ho sognato di correre una maratona!
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