giovedì 4 luglio 2013

Film #11: The Lone Ranger

The Lone Ranger è un film western, e questo è già un gran pregio. Infatti questo genere è ormai quasi abbandonato.
I produttori (Disney) hanno voluto proporre una versione moderna del western o semplicemente fare soldi spostando Jack Sparrow nel selvaggio west (sulle locandine c’è scritto orgogliosamente: “dal team de I pirati dei Caraibi”)?



Nel far west Butch Cavendish (William Fichtner), bandito con una malsana propensione al cannibalismo, con le sue scorribande minaccia di far saltare la pace tra indiani e Stati Uniti e, conseguentemente, la costruzione della ferrovia che dovrebbe attraversare tutto il paese.
Sulle sue tracce si mettono un texas ranger troppo idealista (Armie Hammer), un indiano completamente pazzo (Jhonny Depp), un cavallo ubiquo e una maitresse con una gamba d’avorio (Helena Bonham Carter), tutti animati da un personale desiderio di vendetta.

La trama, pur con qualche stravaganza, è quindi abbastanza banale. Il pregio  del film sta quindi nell’ironia con cui sono narrate tutte le vicende, anche se l’eccessiva durata genera una serie di spiacevoli stonature. Il risultato finale è quindi di una comicità fuori ritmo, si sorride quando si potrebbe ridere di gusto. Senza contare che alla lunga il troppo stroppia. E qui si esagera veramente. Solo i capolavori possono permettersi di durare 2.30 h. Parafrasando Callimaco: Mega filmìon, mega kakòn!
Affidarsi al 100% alla simpatia e bravura di Depp è una buona scelta per un filmetto di 90 min, non per un mega kolossal. Manca insomma la perfetta sintesi tra ironia e avventura de “La maledizione della prima luna”.
In definitiva The Lone Ranger è un semplice riadattamento del ciclo dei Pirati dei Caraibi, senza pregi né difetti. Il risultato finale non può quindi discostarsi molto da una risicata sufficienza.
Perché quindi non realizzare un buon sequel (tra l’altro già in pre-produzione)? Ma soprattutto: perché raccontare tutto in flashback?

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