Il romanzo
dell’estate
Ebbene sì, è successo. In un momento di incertezza
sociopolitica culturale pressoché completa, in cui il bombardamento mediatico
impedisce di stabilire con decisione perfino il tormentone musicale delle
vacanze 2013, un ventottenne di Ginevra è riuscito a convincere me (e alcune ben
più autorevoli firme del giornalismo italiano) di aver scritto il romanzo che
vi farà dimenticare di starvi ustionando sotto il solleone.
Non fatevi spaventare dalle 780 pagine: io l’ho
letto senza alcuno sforzo in una settimana, e il papà di Fede addirittura in
quattro giorni. La verità sul caso Harry
Quebert è un libro che si fa divorare.
"Nella primavera del 2008, quasi un anno dopo
essere diventato una star della letteratura americana scoprii che il mio
professore d'università, Harry Quebert, oggi 63enne, uno degli scrittori più
stimati del paese, aveva avuto una relazione con una ragazza di 15 anni quando
lui ne aveva 34. Era l'estate del 1975..."
Ecco come Marcus Goldman, protagonista narratore,
introduce la vicenda. Qualche mese dopo la scioccante scoperta sul passato del
suo mentore, nel giardino di Harry Quebert viene ritrovato il cadavere della
giovane amata. Il famoso scrittore viene immediatamente accusato di omicidio. Toccherà
quindi al fedele discepolo Goldman, tormentato da un prevedibile blocco dello
scrittore, cercare La verità sul caso
Harry Quebert.
Oltre all’indagine, in queste pagine, troviamo un
po’ di tutto: consigli per scrivere un buon romanzo, critiche al sistema
editoriale scandalistico contemporaneo, la boxe come metafora della vita,
pillole di saggezza, delusioni, omicidi, colpi di scena a non finire, genitori
stereotipati, una descrizione pungente della mentalità claustrofobica delle
cittadine americane, amore proibito, amore ricambiato, amore non ricambiato,
amore per una quindicenne, l’amore dei reietti… Troppa roba? Per una volta, non
direi. Perché Joel Dicker, che a quanto pare prima di raggiungere il successo
si è visto rifiutare ben cinque romanzi, riesce a mettere insieme tutti questi
elementi per costruire una trama davvero valida. Una trama capace di tenerti
sveglio fino a tardi, di farti fare mille ipotesi per poi disilluderle
continuamente.
Sia chiaro a tutti, stiamo parlando del
romanzo dell’estate, non del capolavoro della vita. Una diffusa debolezza
stilistica mi trattiene da affermazioni estreme come: "il romanzo contemporaneo non sarà più lo stesso e nessuno potrà far finta di non saperlo" (Antonio d'Orrico). Però, nonostante i dialoghi piatti e i
personaggi al limite della macchietta, La
verità sul caso Harry Quebert è un
libro che sa trascinare. Un libro che fa
esattamente l’effetto che - secondo l’autorevole parere del maestro Harry
Quebert - deve fare un bel romanzo: “All’incirca mezzo secondo dopo aver finito
il tuo libro, dopo averne letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi
pervaso da un’emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte
le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta
di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro,
Marcus, è un libro che dispiace aver finito.”
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