Fantascienza
umoristica per profani
Al termine del nostro soggiorno romano, in parte
entusiasta ma essenzialmente esasperato perché gli ho sottratto l’agognato Dirk Gently. Agenzia di investigazione
olistica e l’ho letto al suo posto,
col pretesto che tanto lui in spiaggia dorme sempre, Fede mi ha portato nella
libreria della stazione Termini, e mi ha regalato il più noto romanzo di
Douglas Adams, Guida galattica per gli
autostoppisti.
Finalmente. Da anni, svariati amici (direi che la
prima a consigliarmelo è stata addirittura Marta, in seconda liceo…) me lo
proponevano con insistenza, e da anni rimandavo il momento.
Appena salita sul treno, mi sono dedicata alla
lettura. Una serie di sfortunati eventi (tedeschi cafoni, e vicini disquisenti
a voce altissima sull’opportunità e le prospettive delle conoscenze online), purtroppo, mi
ha impedito di terminarla nel viaggio del Frecciarossa, ma non credo che valga
la pena di lamentarmi ulteriormente dei miei compagni di viaggio.
Veniamo invece alla storia. La Guida galattica è il primo di una serie
di cinque volumi che hanno come protagonista Arthur Dent.
«È anche la storia di un libro, un libro
intitolato Guida galattica per gli
autostoppisti, un libro non terrestre e mai pubblicato sulla Terra, e che,
fino al momento della terribile catastrofe, era completamente ignorato dai
terrestri». Una sorta di ironico prontuario per il viaggiatore interspaziale.
Ma quale sarebbe questa terribile catastrofe?
Un giovedì mattina Arthur Dent si sveglia e scopre
che la sua casa sta per essere abbattuta per costruire un’autostrada. Quello
che ancora non sa, però, è che anche la Terra sta per spazzata via per far
posto ad una tangenziale intergalattica. Il povero Arthur viene salvato dalla
distruzione del pianeta dal suo amico Ford (un collaboratore della Guida galattica che per quindici anni è
rimasto sulla Terra aspettando un passaggio e fingendosi un attore disoccupato)
e catapultato con lui in un’incredibile avventura che lo porterà, tra l’altro,
a ritrovare una ragazza incontrata a una festa e a scoprire le origini e il
senso del mondo, oltre alla risposta alla Domanda fondamentale su tutto.
A raccontarlo così, sembra un libro di
fantascienza come tanti. Uno di quei libri che descrivono universi paralleli,
che non si capisce mai quanto debbano essere intesi come metafora e critica del
nostro. Uno di quei libri che – se non si fosse capito – io in genere non amo particolarmente.
Be’, devo dire che, a dispetto di quello che può
sembrare dalla trama, la Guida galattica non
rientra in questa categoria.
A renderla diversa, è senza dubbio lo stile
brillante e vagamente demenziale dell’autore. Fede me l’aveva detto: “fa delle
descrizioni dettagliatissime e completamente deliranti, dei paragoni
divertentissimi, ti piacerà”. L’accostamento con i Monty Python (non mi ricordo
dove l’ho trovato) è azzeccatissimo. Adams viene dal mondo della radio (la Guida galattica è nata come serie
radiofonica), e si sente: il suo linguaggio è rapido, ricchissimo di immagini
esilaranti sul nostro mondo e la nostra società. Spesso (e non mi succede quasi
mai) durante la lettura ho riso a voce alta.
Per una volta, un libro che è piaciuto a tutti è piaciuto anche a me. Ora sono curiosa di vedere il film!
Se vuoi ti presto gli altri volumi e ti passo il film :)
RispondiEliminacominciamo con il film, grazie :)
RispondiEliminaDevo dire che il film non vale quanto il libro; sarà che gran parte del successo del libro io l'ho ricondotto allo stile di Adams, però penso che la trasposizione cinematografica è meno esilarante del libro.
RispondiEliminaA favore del film c'è però il cast, che secondo me è fenomenale: in particolare a me è sempre piaciuta molto l'attrice che interpreta trillian.