mercoledì 7 maggio 2014

Film #16: Grand Budapest Hotel

Il film racconta la storia di Monsieur Gustave (Ralph Fiennes), concierge del Grand Budapest Hotel, e del suo discepolo, il giovane garzone Zero (Tony Revolori).
La loro sfavillante routine lavorativa al Grand Budapest è interrotta dalla morte di Madame D., una vecchia e ricca cliente dell’albergo, nonché amante di M. Gustave. Al quale, tra l’ira e lo stupore dei familiari, lascia in eredità un quadro di inestimabile valore.  Questo lascito sarà la scintilla di una serie di avventure che sconvolgeranno la vita di M.Gustave e dell’onnipresente Zero.

Ho l’impressione che Wes Anderson, il regista, abbia voluto realizzare un omaggio al cinema comico in bianco e nero. Infatti le situazioni che si vengono a creare, come anche il modo di muoversi dei personaggi, sempre di corsa, mi ricordano molto i film di Chaplin. Senza contare che molte scene potrebbero essere anche mute.
Nonostante ciò la bellezza dei dialoghi è uno dei punti forti del film. Il linguaggio sempre elegante con cui si esprimono sia i personaggi che la voce narrante contrasta perfettamente con il ritmo frenetico della vicenda e fa risaltare maggiormente l’ambientazione onirica e caleidoscopica che accompagna lo spettatore per tutto il corso del film.
Inoltre il complesso gioco di narratori fa si che in ogni momento lo spettatore sia accompagnato da una voce narrante calda e forbita, che non attenua, anzi amplifica il senso di fantastico generato dalla scenografia dettagliatissima e molto colorata.


Azione frenetica, dialoghi eleganti, complesso meccanismo narrativo e scenografia fantastica rendono il film una commedia brillante che travolge lo spettatore con il suo ritmo forsennato e il suo spirito arguto.

3 commenti:

  1. Aggiungerei: la fotografia! Io ho avuto l'impressione di un film composto da fotografie in movimento, più che da riprese. E, come tutti i film di Wes Anderson, mi sembra essere un semplice capitolo dell'opera omnia del regista più che un film a sè stante - tanto che la conclusione non è mica così conclusa.
    Sul linguaggio non mi esprimo, avendolo visto doppiato in italiano... come avevo scritto in un mio post l'anno scorso, il direttore del doppiaggio ha molto potere!

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    1. Certo sono assolutamente d'accordo su entrambi i punti. Anche se penso e spero che durante il doppiaggio si cerchi di mantenere il più possibile lo stile dei dialoghi.

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