Il film
racconta la storia di Monsieur Gustave (Ralph Fiennes), concierge del Grand
Budapest Hotel, e del suo discepolo, il giovane garzone Zero (Tony Revolori).
La loro
sfavillante routine lavorativa al Grand Budapest è interrotta dalla morte di
Madame D., una vecchia e ricca cliente dell’albergo, nonché amante di M.
Gustave. Al quale, tra l’ira e lo stupore dei familiari, lascia in eredità un
quadro di inestimabile valore. Qu esto
lascito sarà la scintilla di una serie di avventure che sconvolgeranno la vita
di M.Gustave e dell’onnipresente Zero.
Ho l’impressione
che Wes Anderson, il regista, abbia voluto realizzare un omaggio al cinema
comico in bianco e nero. Infatti le situazioni che si vengono a creare, come
anche il modo di muoversi dei personaggi, sempre di corsa, mi ricordano molto i
film di Chaplin. Senza contare che molte scene potrebbero essere
anche mute.
Nonostante
ciò la bellezza dei dialoghi è uno dei punti forti del film. Il linguaggio
sempre elegante con cui si esprimono sia i personaggi che la voce narrante
contrasta perfettamente con il ritmo frenetico della vicenda e fa risaltare
maggiormente l’ambientazione onirica e caleidoscopica che accompagna lo
spettatore per tutto il corso del film.
Inoltre il
complesso gioco di narratori fa si che in ogni momento lo spettatore sia
accompagnato da una voce narrante calda e forbita, che non attenua, anzi
amplifica il senso di fantastico generato dalla scenografia dettagliatissima e
molto colorata.
Azione
frenetica, dialoghi eleganti, complesso meccanismo narrativo e scenografia
fantastica rendono il film una commedia brillante che travolge lo spettatore
con il suo ritmo forsennato e il suo spirito arguto.
Un solo commento: "Invero..." :)
RispondiEliminaAggiungerei: la fotografia! Io ho avuto l'impressione di un film composto da fotografie in movimento, più che da riprese. E, come tutti i film di Wes Anderson, mi sembra essere un semplice capitolo dell'opera omnia del regista più che un film a sè stante - tanto che la conclusione non è mica così conclusa.
RispondiEliminaSul linguaggio non mi esprimo, avendolo visto doppiato in italiano... come avevo scritto in un mio post l'anno scorso, il direttore del doppiaggio ha molto potere!
Certo sono assolutamente d'accordo su entrambi i punti. Anche se penso e spero che durante il doppiaggio si cerchi di mantenere il più possibile lo stile dei dialoghi.
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