La mafia
uccide solo d’estate è una commedia che racconta la storia di Arturo (Pif), un
ragazzo nato e cresciuto a Palermo tra gli anni ’70 e 90’ che cerca in tutti i
modi di conquisatre l’amore della compagna di classe Flora (Cristiana
Capotondi).
La vita di
Arturo è però fortemente influenzata dalle stragi perpetrate dalla mafia e,
soprattutto, dalle vittime di questi attacchi. Infatti i caduti della guerra al
crimine organizzato sono forse i veri protagonisti del film, anche se compaiono
in poche scene ciascuno.
I vari Dalla
Chiesa, Chinnici, Giuliano non sono presentati come eroi, uomini speciali e
diversi. L’omicidio dei quali è come se facesse parte del loro destino, come se
fosse la certificazione che sono eroi per predestinazione.
No! Sono
uomini normali, anche simpatici, che scelgono di compiere il proprio dovere. La
loro uccisione diventa la morte di amici, di persone normali. E questo ci
sconvolge veramente perché loro non erano eroi, ma lo sono diventati.
In questa
commistione di potente drammaticità e comicità leggera lo spettatore non è mai
fuori posto. Può ridere senza vergogna durante la commedia e piangere durante
il dramma. Pif riesce a trasmettere con forte sincerità entrambi gli stati
d’animo. Non è cosa da poco, soprattutto per un’opera prima.
Grazie!
RispondiEliminaAmmettilo Latti, il tuo vero scopo era scrivere "perpetrati"!
RispondiEliminaTi sbagli il mio obiettivo era: OPERA PRIMA!
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