Una mattina al museo
Le giornate di un disoccupato possono essere davvero
deprimenti. Tutte quelle ore a spedire cv e lettere di presentazione nel buco
nero di internet, da cui tutti sanno che non uscirà alcuna risposta, con in
sottofondo il pensiero insistente, che in pochi giorni si trasforma in senso di
colpa, che ci sarà pure un motivo per cui non ti richiama nessuno… Tutte quelle
ore hanno ovviamente effetti devastanti sull’umore. Ma
cosa si può fare sconfiggere questa specie di zitellaggine lavorativa?
Ovviamente, trovando un'occupazione. Ma, nell’attesa, anche dedicandosi a qualche
attività di ricerca alternativa.
Per questo, quando ieri sera Tita mi ha proposto di andare
ad una specie di festival dell’editoria indipendente, ho accettato con
entusiasmo.
E così stamattina, armata di curriculum che non si sa mai, ho
pedalato energicamente fino alla Villa Reale.
Ma già all’ingresso, capiamo che qualcosa non va. La manifestazione è curata da Start, un'associazione che raccoglie 29 gallerie d’arte contemporanea. Una di quelle entità fumose che ogni tanto organizza cose per ricordare ai milanesi la sua esistenza. Eppure, in
tutto il cortile, non c’è nemmeno un cartello, una freccia, un volantino che
indichi che siamo nel posto giusto. Finalmente troviamo una specie di reception
dove una gentile quanto scettica ragazza che ci spiega che la sala dell'esposizione sarà aperta da due ragazzi ad un’ora indefinita. Io e Tita ci guardiamo perplesse
e decidiamo di andare a berci un caffè nell’attesa. Tanto siamo disoccupate,
cos’abbiamo da perdere.
Mezzora dopo, però, la situazione è rimasta invariata:
questo è troppo anche per le nullafacenti del martedì mattina. Non nascondo il
mio fastidio, e faccio per andarmene indignata.
Poi però ci viene un’idea: in via Palestro ha sede anche la
GAM,
perché non farci un giro? È pure gratis.
A parte gli operai che lavorano al primo piano e i guardiani
di sala, il museo è completamente deserto. Questo di per sé basta a rendere
la visita piacevole. Senza contare che sia la galleria che la collezione Grassi
al secondo piano raccolgono opere di tutto rispetto. Da Segantini a Van Gogh,
da Boccioni a Medardo Rosso. OK, forse non un’esperienza artistica rivoluzionaria,
ma, rispetto alle roboanti dichiarazioni di Start, almeno la GAM si può visitare!
Sorridiamo al rumore dei nostri passi sul parquet intarsiato,
ci godiamo il sole che filtra nelle stanze. Forse non dovrei dirlo, ma così
vuoto, un museo è anche un ottimo posto per fare conversazione.
Se non altro, ha allietato la mia mattina da disoccupata :)
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