Jérôme Lindon, 18 ottobre 1985
Agli aspiranti scrittori (e chi non lo è, oggigiorno?) capita di continuo: di immaginare il successo, e, prima del successo, il momento del primo consenso da parte della macchina editoriale.
Finisci il tuo romanzo, lo mandi in giro, e poi, dopo settimane di estenuante silenzio, il telefono squilla. E dall’altra parte del filo c’è LUI: l’uomo che ti aprirà i cancelli del mercato e del successo, l’autorità che crederà in te, sosterrà il tuo progetto, lo raffinerà, lo migliorerà… insomma, lui: il tuo Editore.
Il mio editore è un piccolo libro, che racconta proprio di come questa fantasia romantica si sia concretizzata, e incredibilmente proprio in questi termini, nella vita di Jean Echenoz. L’editore in questione è Jérôme Lindon, carismatico personaggio sulla scena parigina del Novecento, fondatore e curatore delle Editions de Minuit, e scopritore di autori come Beckett e Robbe-Grillet.
Il libro è stato scritto nel 2001, a pochi mesi dalla sua morte. È un omaggio, un ritratto onesto e allo stesso tempo un po’ innamorato.
Lindon ne esce come una figura attiva ed entusiasta, come un uomo serio e concreto. Una figura che merita di essere conosciuta; se non è troppo, un editore come quello che vorrei incontrare, se mai avessi in mano un romanzo da pubblicare.
In Italia è uscito nel 2007, e ha ottenuto il premio Comisso per la biografia.
Quanto a Jean Echenoz, devo dire che mi ha incuriosito. Scrive in modo efficace, sono curiosa di vedere come se la cava con la narrativa. Credo che mi dedicherò a lui da oggi pomeriggio J
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