lunedì 21 settembre 2015

Recensione #70: Il clima ideale


Viaggio tra Milano e i Balcani inseguendo Il clima ideale

Michele è un lobbista timido, uno che non fatica a piegare il concetto di legalità al proprio interesse, ma anche uno che conta i passi per andare da un posto all’altro. Uno che non si impressiona né si fa influenzare facilmente, ma che poi non è tranquillo senza il suo yoyo.
L’unica autorità che riconosce senza discutere è quella di suo nonno Folco, psichiatra novantunenne, che condivide con il nipote l’interpretazione arbitraria della legge (“Scusa una cosa”, disse [Michele] ad alta voce, “ma perché non paghi le spese di condominio?” “Ho novant’anni” esordì il nonno, con tono solenne, “se devo scegliere a chi dare i miei soldi, preferisco sia una persona a cui voglio bene. Ad esempio tuo cugino, che almeno se li spende con qualche bella ragazza”. P. 57).
In effetti è proprio la volontà ferrea e bizzarra di questo vecchietto inarrestabile (il personaggio più pensato dell’opera, a detta dell’autore) a mettere in moto la trama del romanzo...

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