martedì 4 agosto 2015

Recensione #66: L'intestino felice

I segreti dell’intestino

Finalmente ho letto L’intestino felice. Erano mesi che sentivo parlare del fortunato best seller dedicato all’organo meno conosciuto e forse più bistrattato del nostro corpo, e ora, finalmente, faccio parte anch’io delle schiere dei suoi lettori. 
A dire il vero, quando in tempi non sospetti la mia amica Maria Angela, che ha partecipato all’editing dell’opera, mi ha raccontato per la prima volta alcune delle curiosità di questo strano libro (tipo che quelli che hanno la toxoplasmosi sviluppano dei comportamenti pericolosi che tendono a trasformarli in cibo per gatti) sono rimasta un po’ perplessa: a che scopo dedicare un intero libro alle caratteristiche delle produzioni intestinali? Poi però, ripensandoci, mi sono incuriosita. In fondo è vero che non sappiamo granché di quanto accade in quel lunghissimo tubo dentro la nostra pancia, che pure ha il potere di influenzare tanto significativamente le nostre giornate … 
Devo dire che almeno in parte la lettura si è rivelata all’altezza delle aspettative.

La giovanissima Giulia Enders (solo 25 anni, grandissima invidia!), dottoranda presso l’istituto di microbiologia e igiene ospedaliera di Francoforte sul Meno, con l’aiuto di sua sorella Jill (laureata in design della comunicazione con specializzazione in divulgazione scientifica), riesce bene nel suo intento: raccontare in modo piuttosto chiaro anche a dei profani come me lo stupefacente cammino che compie il cibo dentro il nostro corpo. 
Grande attenzione viene poi riservata alla materia di studi della Enders, ovvero la flora intestinale: la vita, i delicati equilibri e le alterazioni delle migliaia di esseri ospiti delle nostre interiora è in effetti argomento di grande fascino. Secondo l’autrice, questa popolazione è talmente importante che dovrebbe essere considerata come un vero e proprio organo! 
Mi sarei aspettata invece un maggiore approfondimento sul tema delle intolleranze/allergie, e soprattutto sulle relazioni tra cervello e intestino, su cui mi pare non si rifletta abbastanza… non mi sarebbe dispiaciuta (ma forse questa è solo mia curiosità morbosa) anche qualche indicazione pratica in più, come quelle di “mi siedo correttamente sul water?” e della “piccola lettura sulle feci”.
Ad ogni modo, L’intestino felice ha senz’altro il merito di trattare in modo semplice e senza inutili vergogne un argomento a cui, volenti o nolenti, pensiamo tutti i giorni e di cui – almeno in genere – non parliamo volentieri. Quindi ben venga!

2 commenti:

  1. Eccomi! Ovviamente mi sento chiamata in causa :)
    Non posso che concordare con te sulle intolleranze. Ma dopo avere letto di quella "al fruttosio", che non avevo mai sentito nominare e che noi liquideremmo con un "ho mangiato troppa frutta", mi sono detta che forse è una questione culturale. Fosse stato scritto negli Stati Uniti, avrebbe parlato delle arachidi; in Italia sicuramente della celiachia: ma in Germania se ne occupano così tanto? D'altronde, se uno di norma mangia carne e patate, probabilmente neanche se ne accorge, di essere celiaco. Per via del loro essere nordici, in Germania ci sono anche meno intolleranti al lattosio. Forse i tedeschi, fruttosio a parte, sono intestinalmente meno intolleranti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava! Un'altra cosa che volevo scrivere è che mi sarei aspettata meno riferimenti alla dieta germanica... ma questo apre tremende questioni sulla traduzione e quindi forse per stavolta lascio stare :)

      Elimina