Monster
University è il simpatico prequel del geniale Monster & Co.
In questo
capitolo della saga si racconta la turbolenta carriera universitaria di Michael
Wazowsky e James P. Sullivan, i protagonisti del precedente cartone.
Il primo
pensiero che mi è venuto in mente dopo aver guardato MU è una considerazione
generale sul cinema di animazione degli ultimi tempi. Se fino alla fine degli
anni ’90 i cartoni erano per bambini, ma talmente belli da essere apprezzati
anche dagli adulti, da dieci anni a questa parte i film d’animazione sono
diventati, pur rimanendo un grande divertimento per i più piccoli, un prodotto
che solo i più grandi possono apprezzare completamente. Mentre infatti nei
cartoni classici la vena comica era affidata a personaggi secondari e dalla
comicità grezza (Timon e Pumba, il genio di Aladin, Lady Cocca); in MU il
comico si basa sulla parodia della vita reale.
Questo aspetto diventa il cardine intorno al quale ruota l’intero film. Il
cartone si basa quindi su questa particolare forma di ironia, molto apprezzata
dai grandi, ma che i bambini non possono comprendere pienamente.
Ribadisco:
questo lungo discorso non è una critica particolare ma una considerazione
generale. MU piacerà comunque ai più piccoli perché i personaggi, pur essendo
mostri, risultano istintivamente simpatici.
A freddo
l’aspetto che più mi ha colpito del film è il messaggio. Viviamo in un periodo
in cui il fallimento non è contemplato, l’uguaglianza e la parità dei diritti
sono idolatrate e temute come divinità vendicative. In questo contesto sociale
MU costituisce un deciso punto di rottura. Narra infatti del fallimento di
Wazowsky, simpatico mostro che vuole a tutti i costi diventare uno
Spaventatore, pur non essendo per nulla spaventoso. Wazowsky è animato dal
desiderio di sconfiggere il pregiudizio che lo circonda e dalla certezza di poter coronare il suo sogno superando le proprie debolezze. Tutto questo però si
rivela insufficiente: le sue limitazioni fisiche risultano più forti della sua
volontà. Non ci resta che ammirare un uomo, scusate un mostro, che ha lottato
con tutte le sue forze e che non si è fatto abbattere dal fallimento.
L’insuccesso
e la raggiunta consapevolezza dei propri limiti diventano infatti le chiavi che gli aprono
la porta della maturazione, rendendo Wazowsky adulto e utile alla società.
Quindi in un
contesto in cui tutti sono considerati uguali, tutti hanno gli stessi diritti,
tutti si devono uniformare e l’uomo vuole dominare la sua natura, MU ci
ricorda con garbo che siamo tutti diversi, che ognuno ha le sue debolezze e
deve vivere consapevole dei propri limiti, in armonia con la propria natura.
P.S. Io non
rivelo mai il finale dei film che recensisco e questo mio ultimo scritto non fa
eccezione. Il fallimento di Wazowsky è già noto a tutti quelli che hanno visto
Monster & Co.